Estate 1886

Domenica 26 marzo 2023 – ore 16,00

Centro Eventi “Il Maggiore”

Estate 1886

ROBERTO RANFARDI – violino
MAURIZIO BAGLINI – pianoforte

Musiche di J. Brahms – C. Franck

 

Programma

J. Brahms (1833 – 1897)
Sonata n. 2 op. 100 (1886)

Allegro amabile
Andante tranquillo — Vivace
Allegretto grazioso, quasi Andante.

C. Franck (1822 – 1890)
Sonata in la magg. (1886)

Allegretto ben moderato
Allegro
Ben moderato: Recitative-Fantasia-Allegretto poco mosso.

Roberto Ranfaldi conseguito il diploma con il massimo dei voti si è in seguito perfezionato in Italia e all’estero. Dal 1995 è violino di spalla dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Suona con i più grandi direttori contemporanei  e compie numerose tournèes in  Italia e all’estero. Componente di  giurie in numerosi concorsi nazionali e internazionali, svolge attività didattica presso l’Accademia Internazionale “L. Perosi” di Biella. Suona regolarmente in duo con il pianoforte e in formazione da camera con prestigiosi musicisti.

Maurizio Baglini pianista visionario, con il gusto per le sfide musicali,ha una intensa carriera concertistica internazionale. Si esibisce regolarmente in teatri nazionali e internazionali ed è ospite di prestigiosi festival in Italia e all’’estero. Ha suonato come solista con importanti compagini.  E’ solista dedicatario di “Tre Quadri” concerto per pianoforte e orchestra di F. Filidei
La sua produzione discografica è sempre accolta da ottime recensioni. Appassionato del repertorio lirico, è direttore artistico della Amiata  Piano Festival  da lui fondata nel 2005.

Il concerto di oggi ha come titolo “Estate 1886”  e i brani sono composti – entrambi nel 1886 – da due grandi musicisti: J. Brahms (1833-1897) e C. Franck (1822-1890) Sono contemporanei, vivono nel cuore del Romanticismo, si scontrano con i fautori delle nuove tendenze musicali e i – in un certo senso – nostalgici del classicismo. Sono attenti alla scuola tedesca  pur rimanendo fedeli agli schemi formali della tradizione classica. Entrambi sono eredi del Romanticismo musicale storico con il poema sinfonico di Franck e il sinfonismo postromantico di Brahms. La seconda metà dell’800 raccoglie l’eredità del Romanticismo musicale storico essenzialmente tedesco, ma con direzioni diverse:  dal poema sinfonico di Franck al sinfonismo postromantico di Brahms. Sono entrambi organisti, tipici esponenti dello stile organistico romantico, compositori per questo strumento di opere  nell’insieme molto complesse sia nella tecnica sia nella forma. Brahms tra il 1853 e il 1862  è maestro di cappella alla corte del principe di Lippe-Detmold, Frank,  dopo essere stato organista in varie chiese, diventa professore di organo al conservatorio di Parigi.

La Sonata  n. 2 op. 100  appartiene  alla piena maturità di Brahms  e riflette alcune caratteristiche fondamentali della sua poetica, prima fra tutte quel senso intimo, tenero, sentimentale e dolcemente garbata  del Lied

È stata scritta nell’estate del 1886 tra le suggestive e imponenti montagne svizzere che fanno da sfondo al villaggio di Hofstetten e al prospicente lago di Thun. Il  sentimento di serena e affettuosa cordialità che traspare da questa splendida composizione si palesa subito nell’Allegro amabile iniziale, nel quale un tranquillo motivo viene disegnato dagli accordi del pianoforte con l’inserimento di brevi code melodiche del violino, per poi essere riesposto con ruoli invertiti tra i due strumenti.

Il secondo movimento si distingue per la singolare alternanza di violino e pianoforte. Inizialmente vi è un Andante tranquillo, il tema interpretato dai due strumenti ha un’aggiunta finale di un libero canto  affidato al violino, nella seconda parte, un Vivace viene esposto in successione da pianoforte e violino. Si presenta con una variazione basata sul pizzicato del violino e sullo staccato dell’accompagnamento pianistico nel quale vengono successivamente aggiunti rapidi arpeggi. L’ultima ripresa ha funzione di coda, come sigillo conclusivo del movimento.

Liberamente costruito in forma di rondò, il movimento conclusivo Allegretto grazioso (quasi Andante)  presenta come tema principale un canto mosso  del violino, la cui duplice esposizione viene inframmezzata dal motivo secondario cantato dal pianoforte. Il tema  si sviluppa su rapidi arpeggi  del pianoforte che accompagnano una ondeggiante ricerca melodica del violino, con  un delicato intreccio tra i due strumenti

Elaborata fin da un trentennio prima, la Sonata per violino e pianoforte fu scritta da Franck nel pieno della sua maturità compositiva, durante un soggiorno estivo a Combs-Le Ville nel 1886 e dedicata al violinista belga Eugène Ysaÿe nel giorno del suo matrimonio  E’  il primo esempio di sonata ciclica nel senso che nell’ultimo tempo ritorna il tema principale esposto nel primo. Nell’ambito della musica cameristica  è spesso considerata un capolavoro per la grande espressività, il senso della misura, l’intensità lirica e la struttura formale Si apre con il pianoforte  che suona accordi spezzati, entra quindi  Il violino  con un tema sognante ed etereo. Il tempo è un Allegretto ben moderato.

Il secondo tempo, un Allegro, dall’ inizio travolgente è di nuovo affidato al pianoforte, che dopo tre battute  sfocia in un potente tema. Lo stesso tema viene poi ripreso dal violino con motivi  malinconicio e disperati. Il tema iniziale è ripreso  espresso da entrambi gli strumenti, elaborato estremamente e a stento riconoscibile

Il terzo tempo  è un Recitativo-Fantasia. Le lunghe e rapsodiche cadenze del violino sono intervallate, dal pianoforte solo. L’intero tempo  ha il sapore di una preghiera disperata, contrastata da un destino avverso e drammatico.

L’ultimo tempo  fa da contraltare alla tragica malinconia del terzo tempo e chiude la sonata con la liberazione, tonale dell’intera composizione.

La Sonata ben corrisponde a una metafora sonora in cui vengono messi in scena quattro  momenti della vita di una coppia che, a partire dal lirismo intimista del primo incontro amoroso, passa attraverso momenti di accesa passione e conflittualità, seguiti da momenti di riflessione retrospettiva, infelicità e ripiegamento di fronte a una possibile separazione, fino a giungere a un nuovo e dolce riavvicinamento che prelude alla festa finale, come riferimento nuziale della dedica