Duo Pianistico Vivid

Domenica 04 febbraio 2024 – ore 16,00

Centro Eventi “Il Maggiore”

Duo Pianistico Vivid

Chong Park – Chiharu Aizawa, Pianoforte
Un ensemble di pianoforte a quattro mani creato da una copia

 

Programma

S.Prokof’ev (1891-1953)
Romeo & Giulietta

C. Park (1969)
Suite Coreana
(4 canzoni coreane tradizionali)

M.Ravel (1875-1937)
Bolero

 

L’ affermato duo pianistico coreano.“Duo Vivid”, composto dai coniugi Chiharu Aizawa e Chong Park, proporrà inizialmente i 10 pezzi dal Romeo e Giulietta op. 75 di S. Prokofiev, nella versione per piano a 4 mani. Faranno seguito il brano inedito di C. Park Suite Coreana (4 canzoni coreane tradizionali) e il celebre “Bolero” di Ravel. Il concerto si annuncia pertanto ricco di sorprese che la bravura dei due pianisti renderà ancora più coinvolgente.

Il Duo ha debuttato a Firenze nel 2004 ed è composto dal pianista Chong Park attualmente docente alla Yonsei Univetsity e da sua moglie Chiharu Aizawa pianista e docente all’Accademia Europea di Musica.
Ha arrangiato e ricostruito le canzoni di Schubert e il repertorio Four Hands di Debussy e Faure, oltre a vari arrangiamenti tra cui le Stagioni di Vivaldi
Ha partecipato alla sezione “Musica delle Nazione” all’Expo di Milano
I suoi concerti – con i quali si dimostrano le infinite possibilità della tastiera – sono sempre acclamati come “straordinari, accattivanti ed estremamente musicali”
Il Duo Vivid si sforza costantemente di sviluppare un repertorio unico a quattro mani e una tecnica speciale, particolare per il pianoforte a quattro mani, suonando in sintonia come solo una copia sposata sa fare.
I brani del Romeo e Giulietta sono proposti nella versione inedita per pianoforte a quattro mani ad opera del Duo

10 pezzi da Romeo e Giulietta, Op.75 di S. Prokof’ev sono una straordinaria rappresentazione dell’iconica tragedia shakespeariana.
Questa suite musicale è ricca di immagini vivide e melodie evocative che descrivono efficacemente le varie scene e personaggi dell’opera. I toni cupi e malinconici di “Folk Dance” (Danza popolare” e “Young Juliet” (Giovane Giulietta) contrastano con l’energia intensa ed esplosiva di “Dance of the Knights” (Danza dei Cavalieri) e “Montecchi e Capuleti”. Ogni pezzo trasmette in modo impeccabile la passione cruda, il conflitto e la tenerezza che si trovano nella narrativa originale. L’uso caratteristico della dissonanza e delle armonie mutevoli da parte di Prokofiev aggiunge un tocco modernista alla composizione classica, creando un’esperienza sonora unica. Il brano è una vera testimonianza del genio di Prokof’ev come compositore, mettendo in mostra la sua capacità di tradurre temi letterari in un ricco panorama musicale. Il compositore continua ad affascinare il pubblico con la sua intensità emotiva, brillantezza artistica e fascino senza tempo.

La musica tradizionale coreana è classificata in diversi tipi: la “musica legittima” (chiamata jeongak o jeongga) di cui godevano i reali e l’aristocrazia di Joseon e la musica popolare tra cui pansori, sanjo e japga; jeongjae (musica e danza di corte).
Oggi, i tipi di musica che si sentono in Corea variano molto: si va dalla musica leggera di stile occidentale a quella tipica delle feste campestri, dalla narrativa cantata tipo p’ansori alla musica del kayagŭm, un’arpa orizzontale simile al koto giapponese.
Alcuni musicisti eseguono l’antica musica di corte, raffinata e per intenditori, nei templi si possono udire i canti buddisti e le sciamane nelle loro cerimonie cantano, suonano e ballano secondo le antiche tradizioni: fino a qualche anno fa, non era infrequente udire il battere ritmato del tamburo di qualche sciamana che officiava i suoi riti anche nella stessa capitale Seul. Si può dire che tutto il Paese sia percorso da uno spirito musicale.
La Suite Coreana è composta da Chong Park.

Il Boléro è una composizione di M. Ravel del 1928; nato come una musica da balletto, è divenuto celeberrimo come brano da concerto. È sicuramente il bolero più famoso mai composto, nonché l’opera più popolare del compositore.

Nel 1927 la celebre ballerina Ida Rubinstein chiese a Ravel di comporre un balletto. Egli  scelse il Bolero attratto dall’ossessività ritmica e dalla semplicità melodica  di questa danza spagnola che nel Settecento si era diffusa in Europa.

A livello emotivo il Bolero di Ravel appare estremamente forte e coinvolgente grazie al poderoso crescendo  che caratterizza tutto lo sviluppo dell’opera. Se timbro e dinamica sono due parametri fondamentali della musica del ventesimo secolo, allora il Bolero ne è una degna annunciazione e Ravel il suo profeta.

Ossessivo”, “parossistico”, “conturbante”, “shock emotivo” (M. Mila)“ esplicita metafora sessuale” (N. Campogrande) continua a far discutere critici e appassionati. L’ascetico ed elegante compositore, nato in una cittadina sul versante francese dei Paesi Baschi, aveva assimilato la musica popolare spagnola e le nenie gitane della penisola iberica che non erano (allora) solo folklore, ma parte integrante della cultura e della creatività musicale.