Domenica 09 marzo 2025 – ore 16,00
Centro Eventi “Il Maggiore”
Haus Musik, musica in Famiglia
Trio Tedesco
Musiche di F. Schubert – D. Šhostakovič
Programma
F. Schubert (1797- 1828)
Trio op. 99 D898
Allegro moderato
Andante un poco mosso
Scherzo – Trio (Allegro)
Rondò – Allegro vivace
Šostakovič (1906-1975)
Trio op. 67
Andante – Moderato
Allegro con brio
Largo
Allegretto
Fabiola Tedesco, violino – Paolo Tedesco, violoncello – Andrea Tedesco, pianoforte
Il Trio op. 99 di F. Schubert, pervaso di melodie di impronta liederistica, mostra un autore che ha già da anni definito una propria poetica e un proprio linguaggio espressivo; poetica e linguaggio espressivo che propongono qualcosa di originale e di diverso rispetto ai canoni del classicismo di Haydn, Mozart e Beethoven.
L’Allegro moderato si apre con un primo tema elegante e ricco di slancio anche grazie alle ripetute terzine: lo conducono gli archi, che suonano ora all’unisono ora in dialogo imitativo. E’ un saluto giocondo, quasi baldanzoso. Alla melodia energica e di ampio respiro si aggiunge una certa aggressività dei ritmi puntati e delle terzine, cui segue una idea più lirica, esposta dal violoncello.
L’Andante un poco mosso inizia con una essenza lirica e cantabile. È quasi un tema di barcarola: la morbida linea melodica viene intonata dal violino e quindi dal violoncello accompagnati dal pianoforte, mentre gli archi disegnano delicati controcanti. E’ una sorta di “notturno”, una pagina contemplativa che vede in primo piano la cantabilità espansiva del violoncello, seguito poi dagli altri strumenti. Iniziato dal pianoforte risuona con una lenta melodia prima sul violoncello e poi sul violino, melodia non tra le più dense e intime di Schubert, ma dall’impronta schubertiana.. La parte centrale propone un tema di vago sapore zigano.
lo Scherzo ha ormai assunto configurazione e consistenza assai lontane dall’antico movimento di danza del Minuetto; la leggerezza di tocco si risolve in una scrittura leggera e vivacissima. La prima parte è aperta da un ripetuto motivo del pianoforte e sfrutta procedimenti imitativi tra i gli strumenti; la seconda parte contiene una ripresa variata della prima. Condotto dalle linee melodiche di ampio respiro degli archi, il terzo tempo ha le movenze di un valzer sottoposto al giro vorticoso e irrefrenabile che Schubert sa imprimere a questo tipo di movimento. Lo svolgersi della danza, con l’accompagnamento secco ed incisivo del piano viene contornato dal violino e dal violoncello.
L’ultimo tempo, Rondò, Allegro vivace si riannoda al Lied «Skolie», scritto il 15 ottobre 1815.Dai rapidi staccati del violino, dagli insistiti pizzicati del violoncello e dai brevi frammenti del piano trabocca un desiderio di stordimento e d’oblio. Nello sviluppo il ritmo assume quasi la fisionomia d’irrefrenabile tarantella, di cui i tre strumenti, sapientemente avvicendati, traducono l’implacabile movimento allentandolo o sminuzzandolo in fittissimi trilli. Il Rondò è concluso da un «Presto» finale in cui partecipano gli strumenti più vistosamente ritmici.
Šostakovič non ebbe rapporti facili e tranquilli con il potere politico in Unione Sovietica e in più di una occasione i responsabili delle questioni ideologiche e culturali del suo paese intervennero per scomunicare o per lo meno censurare alcune composizioni dell’illustre musicista, costretto a volte ad umilianti ritrattazioni, in cui era evidente la preoccupazione dell’artista di difendere le proprie scelte linguistiche e tecniche.
Il Trio op. 67, scritto nel 1944, in un periodo particolarmente drammatico della storia sovietica, è indicativo della natura schiettamente umana dell’artista, aperto ai problemi del nostro tempo e preoccupato di comunicare un messaggio comprensibile a tutti.
L’Andante si apre col violoncello che intona suoni armonici creando un’atmosfera di grande suggestione timbrica. Il pianoforte riprende poi il tema principale, mentre violino e violoncello continuano le loro linee melodiche precedenti: ne nasce un nostalgico contrappunto. Il discorso musicale si anima poi nel Moderato, con violino e violoncello sui quali si staglia una variazione del tema principale affidata al pianoforte. La trama contrappuntistica si infittisce con lo sviluppo del tema principale ad opera prima del violino solo, poi di violino e violoncello. Il secondo tema, Poco più mosso, è brillante e vivace, dal carattere quasi di danza e viene presentato dai tre strumenti – episodio misterioso – tutto giocato sul pizzicato degli archi e sui rapidi guizzi del pianoforte
Il movimento successivo è un Allegro con brio e viene presentato dal violino subito ripetuto dal violoncello. Il secondo tema, è una sorta di “sghignazzo” musicale. Il terzo tema, anch’esso dal carattere scherzoso, quasi goliardico, con un nuovo motivo dal carattere di danza esposto dagli archi, si presenta a noi come una parentesi gioiosa, una sorta di spensierata danza campestre. Chiude il pianoforte mentre gli archi incalzano con veloci pizzicati.
Il Largo è interamente costruito sopra un lento basso di passacaglia armonizzato dal pianoforte, sopra il quale si leva una cantilena triste e malinconica esposta dal violino e ripresa dal violoncello. I due archi intrecciano le loro voci.
L’Allegretto finale risente in maniera evidente di influssi orientali, a partire dal tema principale esposto dal violino in pizzicato sopra l’ostinato ritmico del pianoforte per continuare col secondo tema, dal carattere percussivo, esposto dal pianoforte e accompagnato da ampi accordi in pizzicato degli archi. Un nuovo episodio caratteristico della musica popolare russa, ci viene proposto dal violoncello sopra i delicati arpeggi del pianoforte, in coda le voci dei tre strumenti si rincorrono e si intrecciano.
(A. Debei)