Ensemble “A. Toscanini”

Domenica 06 aprile 2025 – ore 16,00

Centro Eventi “Il Maggiore”

Ensemble “A. Toscanini”

Ein, Zwei, Drei, Bach

Musiche di J.S. Bach

In collaborazione con la Scuola di Musica “A. Toscanini”

J.S.BACH     (1685-1750)
Concerto il La minore per Violino Archi e Cembalo BWV 1041
Luca Braga   Violino
– Allegro non tanto
– Andante
– Allegro Assai

 J.S.BACH     (1685-1750)
Concerto in Re minore per due Violini  Archi e Cembalo BWV 1043
Giulia Lopardo, Susanna Mari violini
– 
Vivace
– Largo ma non tanto
– Allegro

J.S.BACH     (1685-1750)
Concerto in Re maggiore per tre Violini Archi e Cembalo BWV 1064
Luca Braga, Giulia Lopardo, Susanna
– Mari     violini
Allegro
– Adagio
– Allegro

L’ensemble Arturo Toscanini è nato all’interno della scuola di Musica A.Toscanini di Verbania ed è composto prevalentemente dai docenti che insegnano nella scuola stessa.
Il complesso ha una fisionomia variabile a seconda dei programmi e dei progetti musicali che propone ed è spesso allargato alla partecipazione dei migliori studenti dell’Istituto sino a diventare un’orchestra da camera.
L’ensemble si è già esibito in molte occasioni in provincia e fuori  sempre con interesse e successo.

– Violini solisti:Luca Braga * Giulia Lopardo *      Susanna Mari
Violini: Clara Gerelli * Giorgio Paolo Pirovano *Madeleine Haeutle * Matilde Cerutti * ,Aurora Bardazzi   *Chiara Baseggio
– Viole: Salvatore Casu*, Arianna Cartini
– Violoncelli: Paolo Perucchetti  *,Angela Salvemini
– Contrabbasso: Roberto Panetta
Clavicembalo: Silvano Arioli

Il programma di oggi è incentrato sulla figura del grande maestro J.S.Bach e propone tre capolavori della musica strumentale:  i concerti per vìolino in la minore,
per due violini in re minore
per tre violini,  in re maggiore.

Grandi tesori musicali per la loro costruzione, per  l’ inventiva e la spettacolarità esecutiva.

Il Concerto per violino 1041,  mostra l’influenza di compositori italiani. La lezione vivaldiana fece scuola nell’Europa intera. Anche Bach assimilò il modello italiano e lo fuse con l’elaborazione contrappuntistica derivata dalla tradizione tedesca.

Si articola in tre  movimenti:
– Allegro non tanto
– Andante
– Allegro assai

Appartiene al fecondo periodo di Köthen e fu scritto per la piccola orchestra del principe Leopoldo. Il violino funge non come strumento solista in senso moderno, ma come violino concertante, cioè rivaleggiante in bravura con gli altri strumenti.

Il  primo tempo (Allegro) percorre le varie tonalità con grazia e incisività, punteggiate in controtempo e rimbalzate tra violini e viole.

L’Andante,  è di una semplicità quasi schematica  che crea uno sfondo di passi misteriosi  al primo piano ornamentale e virtuosistico del solista.

Nell‘Allegro finale,  l’idea introduttiva affidata a tutti gli strumenti  lascia posto, come di consueto, al tema del primo violino, accompagnato dagli altri. Nel movimento finale Bach si affida a idee ed espressioni diverse  per generare effetti acustici sorprendenti. La critica  lo descrive come “forse il movimento più animato e spensierato di Bach in modo minore”.

Il Concerto per due violini 1043 fu scritto a Köten, dove Bach fu Kapellmeister a servizio del principe Leopold dal 1717 al 1723.

Nel primo tempo, Vivace, si alternano quattro ritornelli e tre episodi solistici, ma Bach combina questo schema italiano con la fuga, la forma più complessa della musica contrappuntistica. I ritornelli presentano il soggetto della fuga. Nei soli prevalgono le imitazioni tra i due violini che spesso procedono a canone, suonando uno dopo l’altro lo stesso motivo. Anche se lo spessore sonoro è diminuito nettamente rispetto al tutti, la scrittura è densa e Bach ottiene la coesione nel movimento utilizzando spunti del ritornello anche nei soli.

Nel Largo, emerge la cantabilità calma e tranquilla dei due violini che, ancora a canone, intrecciano uno dopo l’altro la melodia, mentre gli altri strumenti accompagnano  in sottofondo con una pulsazione di accordi.

L’Allegro finale ha una forma a ritornello.  È un modo di procedere molto frequente in Bach che compone ritornelli più lunghi e complessi di Vivaldi, cambiando di tonalità. Le sezioni si compenetrano una nell’altra, lo stile contrappuntistico si fonde con quello concertante, tutto risponde ad un ordine razionale.

Il Concerto per Tre violini. Archi e Cembalo 1064, è un capolavoro nel regno della musica barocca. Questa composizione vivace e vibrante mette in mostra l’eccezionale abilità di Bach nello scrivere per più strumenti solisti.

Il concerto è strutturato in tre movimenti, seguendo il tipico formato veloce-lento-veloce dell’epoca. Il movimento di apertura  Allegro è a interazione tra i tre violini, ognuno dei quali mostra il proprio virtuosismo tecnico attraverso arpeggi a cascata e passaggi rapidi.

Il lento movimento centrale Adagio contrasta con una melodia serena e introspettiva, consentendo ai violini di impegnarsi in un dialogo sentito, dolcemente supportato dall’orchestra di accompagnamento.

L’ Allegro  finale esplode con gioiosa energia, mentre i tre violini si impegnano in una danza vivace, scambiandosi melodie e armonie in un contrappunto abbagliante.

Le ingegnose tecniche compositive di Bach sono in piena mostra durante tutto il concerto. La sua meticolosa attenzione ai dettagli è evidente nella precisione delle tre parti di violino, che si intrecciano senza soluzione di continuità per creare un ricco arazzo di suoni. A ogni strumento vengono dati momenti per brillare individualmente, ma esso collabora anche armoniosamente per creare un’esperienza musicale unificata e coesa. E’una testimonianza della maestria di Bach come compositore e della sua capacità di creare musica che è sia tecnicamente impegnativa che emotivamente accattivante.