Domenica 23 febbraio 2025 – ore 16,00
Centro Eventi “Il Maggiore”
Alba della modernità nel segno della tradizione
Quintetto REGER
Musiche di M. Reger – J. Brahms
Programma
M. Reger (1873-1916)
Quintetto op. 146
Moderato ed amabile
Vivace
Largo
Tema con 8 Poco allegretto
J. Brahms (1833-1897)
Quintetto op. 115
Allegro
Adagio
Andantino
Presto non assai,
ma con sentimento
Con moto
Enrico Maria Baroni – Clarinetto
Matteo Ruffo – Violino
Elisa Schack – Violino
Federico M. Fabbris – Viola
Eduardo Dell’Oglio – Violoncello
Il Quintetto Reger è nato nel 2021 dall’incontro di Enrico Maria Baroni, primo clarinetto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e altri quattro membri degli archi della stessa compagine, tutti accomunati dall’obiettivo di esplorare l’immenso e meraviglioso repertorio per clarinetto e quartetto d’archi.
Ognuno dei componenti vanta un’ampia esperienza cameristica che contribuisce ad un grande arricchimento reciproco all’interno del gruppo. Il debutto dell’ensemble è stato segnato dall’esecuzione a Roma del Quintetto di Max Reger (compositore, cui il nome stesso del gruppo rende ovviamente omaggio) nell’ambito della stagione 2021/2022 dei Concerti del Quirinale trasmesso in diretta su Radio3.
Il Quintetto Reger è stato nuovamente ospite dei Concerti del Quirinale nella stagione 2023-24 presentando un programma con musiche di Elliott Carter e W.A. Mozart.
Tra i recenti progetti dell’ensemble si segnala la registrazione discografica dei Quintetti di J. Brahmas e M. Reger di prossima pubblicazione per l’etichetta Da Vinci.
Max Reger ,compositore, organista, pianista e insegnante di composizione tedesco, seppe fondernsieme i metodi barocchi e classici con il nuovo linguaggio armonico e cromatico dell’epoca. Il suo stile è ascrivibile al tardo romanticismo. L’ombra corpulenta di Brahms è presente nella maggior parte del suo repertorio. Egli si considera erede di un patrimonio tedesco nella musica da camera, con Brahms come suo immediato predecessore. Visse tuttavia l’influenza di Brahms nei suoi lavori come un peso, mentre cercava di dare una propria impronta distintiva nelle sue composizioni. Volle distinguersi da Brahms soprattutto nell’uso preminente del cromatismo e nella variegata strutturazione delle frasi nelle sue opere successive
La musica strumentale e da camera è il campo in cui si è sviluppata con risultati spesso sorprendenti l’attività creatrice di J. Brahms. I suoi Quintetti affascinano per la dolcezza e duttilità, caratteristiche idonee a porre in rilievo, ad esaltare la propensione elegiaca e l’intimismo sobrio e malinconico dell’ultima maniera brahmsiana.
Quintetto per clarinetto op. 146 è l’ ultimo lavoro cameristico di M. Reger costituita da quattro movimenti. Fu completato 10 giorni prima della sua morte, avvenuta per una crisi cardiaca nel maggio del 1916. Con questa composizione Reger volle celebrare questo genere musicale, prendendo come modelli i Quintetti col clarinetto di Brahms, compositore verso cui nutriva una particolare ammirazione non solo perché scritti per la stessa formazione, ma anche per l’uso del tema con variazioni nel movimento finale,
Il primo movimento (Moderato ed amabile) in forma sonata è abbastanza lirico, con un ampio primo tema condiviso tra il clarinetto e primo violino, senza che un altro strumento prenda l’iniziativa per disturbare questo dialogo lirico tra i due strumenti, e un tranquillo secondo tema, in cui il clarinetto domina.
Il secondo movimento (Vivace) come per tradizione è il più breve dei quattro movimenti; è costituito da un contrasto ritmico: in “tre” suddivisioni suonano gli archi, mentre in “due” suona il clarinetto, e questa è sicuramente la sua caratteristica principale.
Il terzo movimento (Largo) è una riflessiva, oltre che introspettiva, composizione in tre parti. Con i suoi sospiri lamentosi e denso di punteggiature è particolarmente impressionante.
Il movimento conclusivo (poco allegretto) è un tema con 8 variazioni. Questa oltre ad essere una caratteristica utilizzata nell’ultimo movimento di una composizione cameristica è anche una delle caratteristiche proprie di Reger come compositore.
Nel Quintetto per clarinetto e quartetto d’archi op. 115 di J. Bramhs, composto nell’estate del 1891, risalta quel senso di struggente malinconia e di intima delicatezza spirituale, così caratteristiche del suo stile.
Quattro i movimenti:
Il primo è un Allegro, carico di penetrante emozione psicologica, resa più incisiva e persuasiva dal timbro dolcissimo del clarinetto, uno strumento molto amato dal musicista e ha uno spessore armonico più denso, pur tra pause di accorata tristezza.
Nel secondo Adagio Il clarinetto ha un tono trasognato, quasi schumanniano ed è sorretto dagli archi in sordina. Molto efficace il discorso melodico con i suoi accenti crepuscolari e nostalgici che sono riproposti successivamente dopo una sezione centrale alla zingaresca, più vivacemente rapsodica con uscite anche virtuosistiche del clarinetto.
Il terzo Andantino ha una linea discorsiva di nobile musicalità spezzata animato da un elegante dialogo strumentale;il Presto non assai ma con sentimento, ha il carattere di Scherzo fantastico, è di carattere liederistico, zigano. Intrigante il dialogo intrecciato dal violino e dal violoncello sui pizzicati degli altri archi.
Il quarto Finale Con moto è puntato su accenti ora appassionati, ora umoristici, ora fantastici ora estasiati. Ritorna un clima di profonda emozione in cui il compositore si ritira in se stesso, quasi un congedo dall’attività musicale.